Tre stelle di difficoltà anche per la nona tappa, che vede il terzo arrivo in salita del Giro d’Italia. Dopo il primo Gran Premio della Montagna a Roccaraso, posto a 114 km dall’arrivo, la tappa procede regolare fino alla a quasi 50 chilometri dall’arrivo, dove inizia la lunga e discontinua ascesa (che include due GPM) verso il traguardo.
Prima salita è quella di Calascio, lunga 14 chilometri e priva di pendenze proibitive. Dopo soli sei chilometri di leggero falsopiano comincia invece l’ultima scalata di Santo Stefano di Sessano, lunga 18 chilometri, di cui i primi sono ancora di falsopiano o addirittura in contropendenza.
Ascesa che si inasprisce leggermente ai meno otto, con quattro chilometri che orbitano intorno al 4 percento, fino ad esplodere nei quattro chilometri finali, dove le pendenze toccano anche il 13%. Gruppo che arriva sul Gran Sasso a Campo Imperatore, per la quinta volta dopo aver visto i trionfi di Carril (1971), Chioccioli (1985), Carlsen (1989) e nel 1999 Marco Pantani (la salita finale sarà appunto la montagna Pantani, dedicata al ricordo del pirata). Frazione importante nell’economia della corsa, segnata con tre stelle di difficoltà, con gli uomini di classifica che sicuramente si daranno battaglia.
TRAGUARDI VOLANTI
Popoli,Km161
Bussi sul Tirino, km167
GPM
Roccaraso, km108- 2^cat
Calascio,km192- 1^cat
Gran Sasso,km225-1^cat
Raffaele Digirolamo – Chiara Calligari