Per gli appassionati di ciclismo, l’autunno è la stagione in cui fantasticare sulle corse del 2020. Giro, Tour, Vuelta, Mondiali, Olimpiade: l’anno venturo sarà ricchissimo di appuntamenti e, per arrivarci nelle migliori condizioni, gli assi del pedale avranno bisogno di scaldare i motori sulle montagne.
Una delle occasioni migliori sarà certamente il Tour of The Alps (ex Giro del Trentino) che, giunto alla sua 44ª edizione, sarà la palestra migliore soprattutto in vista della Corsa Rosa. Cinque tappe, dal 20 al 24 maggio per un totale di 717,7 km e circa 13 mila metri di dislivello. Una corsa da uomini duri e non a caso, nell’albo d’oro dei vincitori finali figurano campioni quali Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Gianni Bugno, Claudio Chiappucci, Moreno Fondriest, Paolo Savoldelli, Gilberto Simoni, Vincenzo Nibali, Ivan Basso, il compianto Michele Scarponi, Cadel Evans e Geraint Thomas: e ne abbiamo citati soltanto alcuni!
Lo scorso anno ad imporsi fu l’astro nascente del Team Ineos, il russo Pavel Sivakov, che precedette il compagno di squadra Geoghegan Hart e Vincenzo Nibali. Lo Squalo potrebbe essere tra i grandi protagonisti della corsa di cinque giorni svelata oggi a Milano alla presenza, tra gli altri, del ct della Nazionale azzurra Davide Cassani.
Per la prima volta dopo tre anni di Tour of the Alps, sarà l’Alto Adige a dare il via alle danze dell’edizione 2020: ad ospitare vigilia ed operazioni preliminari (domenica 19 Aprile) sarà la città di Bressanone, nella bellissima Piazza Duomo, da dove poi lunedì 20 muoverà la frazione inaugurale con arrivo ad Innsbruck dopo 142,8 km. Dopo un avvio movimentato e la salita verso il Passo del Brennero, una lunga discesa condurrà gli atleti sul circuito finale di Innsbruck, da percorrere due volte e caratterizzato dalla salita di Axams, già affrontata dagli atleti nella prova a cronometro dei mondiali 2018.
Sarà tutta tirolese la seconda frazione (martedì 21 Aprile) che riprenderà il via da Innsbruck per concludersi a Feichten im Kaunertal dopo 121,5 km e 2.640 metri di dislivello, per gran parte compressi nella seconda metà di gara. Terminati i primi 50 km pianeggianti, le salite di Arzl im Pitztal e Piller Sattel (due volte) attendono gli atleti, prima di un finale impegnativo verso il traguardo di Feichen, con pendenze superiori anche al 12% fra i -6 ed i -3 al termine.
Il Tour of the Alps fa ritorno in Alto Adige con l’arrivo della terza tappa (mercoledì 22 Aprile) a Naturno, dopo il via da Imst, in Tirolo, appena ad Ovest di Innsbruck, per complessivi 163,9 km. Dopo la scalata del Passo Resia e le aspre stradine della Val Venosta verso Frinig, sarà l’asperità di Tarres (18 km dal termine) a dare forma ad un finale di tappa aperto a diversi esiti.
La 4ª tappa di Giovedì 23 Aprile sarà la più lunga dell’edizione 2020 (168,6 km) e anche quella con maggiore dislivello (3380 mt), uno dei più ampi registrati nel quadriennio di marca Tour of the Alps: Naturno – Valle del Chiese/Pieve di Bono. Appena dopo il via, il gruppo si troverà a valicare i 1706 del tunnel di Passo Castrin, tetto del Tour of the Alps 2020. In seguito, gli atleti transiteranno in Val di Non e Val di Sole per poi risalire verso Passo Campo Carlo Magno. L’asperità successiva si incontrerà nei pressi di Tione e si tratta dello strappo non banale di Selle Giudicarie, mentre gli uomini di classifica potranno giocare le proprie carte sulla salita di Castel Condino verso Boniprati: 10 km di strada verticale che si concludono a 7km dal traguardo di Pieve di Bono.
La quinta e ultima tappa di Venerdì 24 Aprile, Valle del Chiese/Idroland – Riva del Garda, presenta chilometraggio contenuto (120,9 km), ma una successione di salite e strappi che impegneranno a fondo atleti dopo lo sforzo del giorno precedente. L’ascesa di Selle Giudicarie precederà la doppia scalata verso il Passo Duron ed il Valico del Ballino, prima della discesa verso il primo transito sul traguardo di Riva. Gli ultimi 40 km del Tour of the Alps si svolgeranno su due tornate di un circuito caratterizzato dalla salita di Pranzo, con l’ultimo scollinamento previsto a 12 km dal gran finale in Piazza Battisti, davanti alla Rocca medievale di Riva.
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Questo il commento del ct azzurro Cassani: «Il Tour of the Alps è nata come corsa di preparazione al Giro d’Italia ma oggi è molto di più grazie a un percorso adattissimo ai corridori per finalizzare la forma. Gli atleti non vengono solo per allenarsi ma vengono per vincere, si misurano stando davanti ed è importante per capire chi è più pronto per il Giro d’Italia. Mancherebbe una vittoria di un italiano (da quando ha cambiato denominazione nel 2017; ndr) e mi auguro possa essere un ciclista della nostra nazione a vincere quest’anno il Tour of the Alps. I corridori possono essere un Pinot, un Nibali, un Moscon che conoscendo le strade potrebbe fare bene. L’augurio è che gli italiani siano protagonisti».
Qui il video della presentazione
Alberto Dolfin