Azzurro come il cielo sopra la neve, azzurro come la maglia della Eolo, azzurro come la nazionale, azzurro come la maglia da leader della montagna conquistata dal vincitore.
David Bais conquista la prima vera tappa di alta montagna del Giro dopo oltre 215 km, alzando le braccia ai 2015 di Campo Imperatore Bais ha battuto altri due compagni di fuga grazie allo sprint negli ultimi 40m, il più dispiaciuto è il connazionale Petilli, rammaricato dopo il traguardo.
Dietro cambia nulla, il gruppo ha lasciato andare la fuga senza nemmeno spendere troppa energia, una gestione di corsa un po’ anomala da parte del team, anche Damiano Caruso si è detto stupito dell’eccessivo controllo dei big nell’ascesa, la paura dei team dei big ha avuto la meglio sullo spettacolo ma d’altra parte ha lasciato spazio ai sogni di un giovane azzurro che non aveva mai vinto nemmeno da under23.
Secondo Cassani il vero responsabile è Remco che ha lasciato andare i fuggitivi per non prendere la Rosa e, d’altra parte, i rivali con Roglic in primis non hanno voluto rischiare per non creare una contro reazione dell’ex maglia Rosa.
Emanuele Barra
foto Rcs