Ivano Fanini a Tele Iride – “Se Pantani mi avesse ascoltato sarebbe sempre vivo. Sono stato il primo ad accusare Pantani, al Giro d’Italia 1998 vennero scambiate le provette”
Ieri pomeriggio, dopo la consegna del Pegaso dello Sport 2018, il patron della Amore e Vita-Prodir, squadra di ciclismo professionistico, Ivano Fanini ha parlato ai microfoni di Tele Iride della morte di Ilaria Rinaldi e della tragica fine di Marco Pantani. Sul Giro d’Italia vinto dal “Pirata” nel 1998 però è ritornato a parlare, dopo alcuni anni, di uno scambio di provette dell’antidoping fra il campione di Cesenatico e Riccardo Forconi, suo gregario.
“Pantani, per esempio, – ha detto Fanini – è un corridore che se mi avesse ascoltato sarebbe sempre vivo. Sono stato il primo ad accusare Pantani quando ha vinto il Giro d’Italia del 98’, quello che partiva da Lugano e finiva a Milano. Lui era in maglia rosa; ci fu un controllo una mattina e fu beccato il mio ex corridore Riccardo Forconi. Fu mandato a casa lui, mentre la provetta, io l’ho sempre detto perché me l’ha detto Riccardo(Forconi ndr), era quella di Pantani. Allora lo denunciai; nessuno mi ha mai denunciato, perché avevo fatto questa denuncia quando Pantani era intoccabile, nessuno poteva toccare Pantani”. “Non era però entrato nel giro quello brutto – ha continuato Fanini – di quando poi è morto, quindi io credo che se in quel momento invece di coprirlo come l’hanno coperto… perché lui poteva passare da un paese, si fermava, andava in chiesa, rubava tutto quello che c’era dentro questa chiesa e non lo vedeva nessuno. Perché di lui( Pantani ndr) non poteva parlare male nessuno”. “Io invece – ha concluso Fanini – dissi le cose come stavano, già li incominciai ad essere isolato da tutto l’ambiente perché avevo detto questo di Pantani. Poi ci siamo scambiati delle discussioni fra me e Pantani, cosa che se lui mi avesse ascoltato sicuramente era sempre vivo, perché poteva cambiare le cose invece hanno continuato a coprirlo tutti e a fargli fare quello che gli pare.”
Dario Baldi