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Corse a tappe Tour de France

Chiappucci dice la sua sul tour

12 Luglio 2023

Ricordi e pronostici si intrecciano nelle parole del ‘Diablo’, che seppe vincere la classifica della Montagna al Giro d’Italia e al Tour de France in quell’ultima occasione, a ‘La Gazzetta dello Sport’“Nel 1990 andai al Tour per testare i miei limiti dopo un buon Giro, puntai alla Maglia a Pois, ma la vinsi negli anni successivi; era il mio obiettivo numero uno, oltre che dare sempre spettacolo come esigeva il pubblico. Al pubblico piace chi va in fuga, io mi sono idealizzato nel brio e nella grinta di chi vuole emergere e lasciare un segno in quella classifica; oltremodo provavo a rimanere nella classifica generale.. E’ una maglia che vuol dire amore e coraggio: mi hanno intitolato un pezzetto di pavé, quando vado ai circuiti mi chiedono di indossarla; la indossavo quando vinsi al Sestriere dopo 200 km di fuga solitaria, volevo saltasse il banco per non regalare la vittoria a Indurain che aveva dalla sua la cronometro, non pensavo avrei firmato però una tale impresa”.

Le battute conclusive sono sull’edizione in procinto di partire da Bilbao: “A Ciccone consiglio di ‘uscire’ dalla classifica: sono più importanti una tappa e la Maglia a Pois che il piazzamento tra i primi 10, o 15. Avrà poi il tempo di fare la ‘generale’: non penso Pinot, al suo ultimo anno, possa bissare la mia ‘doppietta’, lo vedo meno concentrato, è stato convocato all’ultimo per dare una mano a Gaudu, tra l’altro non so come mai il team punti su quest’ultimo. Pogacar e Vingegaard sono superiori a tutti gli altri, a meno di imprevisti, saranno i primi due a Parigi. La Jumbo – Visma è più forte della UAE Emirates, sono curioso di vedere il comportamento di Van Aert: ha ottenuto poco in stagione, se sbaglia il Tour è un mezzo fallimento…”.

 

Emanuele Barra

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