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Ciclismo Oggi al cinema: nuova rubrica

Ciclismo Oggi al cinema: nuova rubrica

La madre Tonina Pantani alla presentazione stampa del film 'Il migliore. Marco Pantani' al cinema Arcobaleno Milano, 13 Ottobre 2021ANSA/MATTEO CORNER

18 Ottobre 2021

 

Una nuova rubrica targato Ciclismo Oggi: Ciclismo Oggi al Cinema

Iniziamo parlando di un film in uscita oggi dedicato al grande Marco Pantani.

“Il mio sogno è di scoprire la verità, poi posso morire anche in pace”. Sono parole commoventi che toccano il cuore di sportivi e non, quelle concesse dalla madre di Marco Pantani, Tonina, a Dribbling su Rai Due in vista dell’uscita da oggi al cinema del film sul campionissimo del ciclismo italiano ‘Il migliore Marco Pantani’.

Cesenatico, oggi. Familiari, amici e collaboratori ricordano con affetto e rabbia il mai dimenticato campione di ciclismo Marco Pantani, l’ultimo, tra i soli sette, nella storia della disciplina, a vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno. Affetto per la sua dedizione e per il lustro che ha conferito a uno sport tra i più duri; rabbia per il verdetto sommario e la conclusione violenta della sua carriera: quel 5 giugno del 1999 quando piomba su di lui l’eclatante estromissione dal Giro d’Italia per un valore anomalo nel sangue, ma nessuna traccia di dopanti. Spartiacque clamoroso che incrina la parabola dello scalatore, nonostante la straordinaria capacità di recupero, già dimostrata in diversi precedenti sfortunati. Un’umiliazione che lo cambierà definitivamente, fino al 14 febbraio 2004, quando verrà ritrovato morto per intossicazione da cocaina.

Soprattutto, può attingere agli archivi realizzati con videocamere private: immagini semplici, goliardiche, di momenti di condivisione, testimonianze di un fuoriclasse che lontano dai riflettori viveva di passioni semplici: la piadineria di famiglia, la selvaggina cacciata con gli amici, la pesca, i giri in moto, cantare in compagnia. Quella Romagna fatta di etica sorridente del lavoro, del sacrificio, per cui non esistono orari né scorciatoie, si rifletteva in Pantani, professionista dalla tenacia innata, orgoglioso e determinatissimo, cuore e acciaio.

È proprio la conoscenza diretta della comunità a lui prossima e l’ammirazione della cerchia di sostenitori a rendere inconcepibile l’ipotesi del suicidio. Semmai, i testimoni indicano la pista della ricerca di un capro espiatorio, identificano il suo maggior accusatore in Candido Cannavò, allora direttore della “Gazzetta dello Sport”, protagonista di un repentino voltafaccia, mentre il suo avvocato parla di “accanimento giudiziario incredibile”.

Al di là della tesi del film, che chiede a più riprese una verità mai stabilita definitivamente, Il migliore sa cogliere con misurata precisione, senza strabordare in esaltazioni eroiche, il sentimento alla base della passione agonistica, il punto di vista di tutti quelli che nello sport cercano la giustizia inaccessibile nella vita. Il calore e la genuinità con cui i supporter di Pantani gridarono alla mafia delle scommesse, la folla ammassata sulle salite, ad attorniarlo e sostenerlo ne sono alcune, evidenti prove.

L’utilizzo fine dell’archivio si conferma anche nel confronto tra i primi piani televisivi del Pantani prima di quello stop forzato e quello di un’intervista successiva: pochi secondi silenti, interminabili, quasi insostenibili, di un uomo avvilito, tormentato, irriconoscibile rispetto al ragazzo con la luce del campione negli occhi. A quell’uomo il film rende una calorosa, sincera commemorazione.

 

Emanuele Barra

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