Lasciata alle spalle la tre giorni in Israele, al Giro D’Italia si comincia a fare sul serio. E allora, aspettando il rientro della corsa nel Belpaese, andiamo a scoprire chi sono i grandi favoriti che si daranno battaglia per portare a casa il trofeo senza fine.
Cominciamo dal vero uomo da battere, sul quale saranno puntati tutti i riflettori: il quattro volte vincitore del Tour de France e campione in carica della Vuelta Chris Froome. L’ultima volta che il britannico ha partecipato alla corsa rosa era sconosciuto ai più, oggi si presenta probabilmente come il miglior corridore da corsa a tappe al mondo, con la possibilità di essere il terzo corridore nella storia a vincere tre giri consecutivi. Non sempre amato dal pubblico per il suo modo di correre, secondo i molti (non per chi scrive, sia chiaro) poco avvezzo al dare spettacolo, sempre attento a non superare i dati limite indicati dal computer sulla sua bici. Ma questa attenzione maniacale lo ha reso un fuoriclasse assoluto, in grado di regalare attacchi spettacolari (la vittoria sul Mont Ventoux nel 2013 è sicuramente una delle migliori che il ciclismo degli ultimi anni ha saputo regalare, alla faccia del corridore che non sa emozionare) ed a portare in dote un palmares che pochi nella storia del ciclismo possono vantare. Supportato da una squadra come al solito di livello, con il fido Wout Poels a scortarlo nei momenti difficili, sarà lui a condurre il gruppo ed a dettare i ritmi della corsa. Il suo problema sarà quello di tenere lontane le voci riguardanti lo scandalo doping relativo alla scorsa Vuelta, per il quale il corridore è ancora sotto processo ed attende una sentenza che potrebbe costargli la revoca sia della scorsa edizione della corsa spagnola sia – eventualmente – di questo Giro (anche se il direttore Vegni ha già chiarito che il suo nome rimarrà nel palmares).
Pronto ad ingaggiare la sfida con il keniano bianco è l’altro grande favorito della corsa rosa, il campione uscente Tom Domoulin. Lo scorso anno stupì tutti, dominando a cronometro e difendendosi egregiamente in salita, vincendo un Giro in cui non risultava fra i favoriti. Quest’anno ha seguito la stessa preparazione dello scorsa stagione, ma dovrà gestire la pressione del favorito e soprattutto dovrà fronteggiare un Chris Froome in grado di competere con lui nelle corse contro il tempo.
L’anno scorso sulle montagne della terza settimana faticò ma vinse grazie all’assenza di rivali a cronometro. Sarà davvero giunto ad un livello di maturità tale da poter competere al livello dei top mondiali anche su pendenze durissime come quelle del Giro? Parafrasando Manzoni, ‘’alle salite l’ardua sentenza’’.
Le speranze italiane sono invece, in gran parte, sulle spalle del cavaliere dei quattro mori, Fabio Aru. Il sardo è chiamato a compiere il definitivo salto di qualità ed a portare a casa quella tanto sognata maglia rosa. Lo scorso anno è stato costretto a saltare il Giro, che partiva nella sua terra a causa di un infortunio, quest’anno non vuole farsi sfuggire l’occasione.
Le salite dure ci sono, i pochi chilometri a cronometro sicuramente gli permettono di difendersi al meglio: le carte in regola per portare a casa il secondo grande giro dopo la Vuelta del 2015 ci sono tutte. Unico inconveniente? Una concorrenza più che mai agguerrita.
Una seconda giovinezza a 35 anni: il secondo alfiere azzurro, Domenico Pozzovivo, fresco di passaggio in Bahrein-Merida, arriva al Giro con l’obiettivo di bissare e volendo migliorare la quinta piazza ottenuta lo scorso anno, miglior piazzamento della sua carriera.
Non è facile trovare francesi amanti della corsa rosa; Thibaut Pinot rappresenta indubbiamente un’eccezione. Dopo aver debuttato sulle strade italiane lo scorso anno, il corridore della Groupama-FDJ ha battuto i pugni sul tavolo per poter essere al via del Giro 101. Con una forma smagliante, messa in mostra al Tour of The Alps, il corridore transalpino è pronto per dare battaglia per migliorare il quarto posto dello scorso anno.
Tornare ad inseguire quella maglia rosa strappatagli da Vincenzo Nibali nell’ultimo arrivo in salita nel Giro di due anni fa e riscattare le delusioni di una scorsa stagione che, complici infortuni e cattiva condizione, è stata decisamente al di sotto delle aspettative. Con queste ambizioni arriva al Giro Esteban Chaves, altro corridore fortissimo in salita che potrebbe beneficiare dei non tantissimi chilometri a cronometro, suo punto debole. Dalla sua ha una squadra sulla carta fortissima (forse anche più del Team Sky), con compagni come Simon Yates (che potrebbe anche avere un ruolo da comprimario), Roman Kreuziger, Mikel Nieve ed il giovane Jack Haig pronti a fargli da scudieri in salita.
Ultimo fra i grandi favoriti il colombiano Miguel Angel Lopez, da anni considerato come il futuro talento delle corse a tappe e chiamato in questo Giro alla definitiva consacrazione, dopo le buone prestazioni nella scorsa Vuelta a Espana.
Questi i grandi nomi, ma ci sono corridori che potrebbero regalarci piacevoli sorprese? Indubbiamente si. Luis Mentjens arriva al Giro d’Italia con tanta voglia di stupire dopo buone prestazioni e piazzamenti in Top 10 negli ultimi Tour, mentre il nostro Davide Formolo ha voglia di dire la sua in classifica generale dopo la decima piazza ottenuta nella passata edizione. In casa NL-Jumbo invece George Bennet si è messo in mostra allo scorso Tour de France ed è reduce da una buona prova alla Tirreno-Adriatico.
I grandi campioni ci sono tutti, le salite in grado di rendere questa edizione spettacolare anche, la parola passa agli atleti, a cui spetta il compito di darsi battaglia e di farci divertire nelle prossime tre settimane.
Raffaele Digirolamo