È vero, Venaria Reale e Torino non rappresentano una novità assoluta in termini di Grande Partenza, ma il tracciato che i corridori si troveranno di fronte nelle prime tre giornate di Giro d’Italia 2024 è piuttosto rivoluzionario in termini di disegno e collocazione. Le strade che verranno attraversate profumano di storia, prestigiosa ma anche un po’ tragica. Ci sono salite che hanno scritto pagine indelebili di questo sport, come sempre accade in una corsa leggendaria come la Corsa Rosa, ma la grande novità, appunto, è che se le troveranno subito davanti.
Non ci sarà infatti nemmeno il tempo di entrare in clima Giro che bisognerà subito cominciare a sudare sette camice. Niente prologo, niente passerella per velocisti, gli uomini di classifica saranno subito costretti a farsi trovare pronti nella prima tappa, breve ma intensa, da Venaria Reale a Torino, di 136 km.
La frazione ruoterà tutta attorno al capoluogo piemontese, in una riedizione ovviamente più soft della tappa cittadina che nel 2022 fece tanto divertire gli appassionati. Si toccherà anche il colle di Superga, nel 75° anniversario dell’indimenticata tragedia che coinvolse il Grande Torino.
A quel punto comincerà un anello di 28 km che prevede subito la scalata dell’Eremo che prosegue al Colle Maddalena dal versante di Corso Casale, diverso da quello del 2022. Sono 6,1 km al 7,4%, non ci sono pendenze estreme, ma lo spazio per provare ad attaccare e fare la differenza non manca. In cima mancheranno 20 km e qualcuno potrebbe provarci anche in discesa, d’altronde in palio non c’è solo la vittoria di tappa ma anche la prima Maglia Rosa.
Dopo un inizio così esigente si tornerà alla normalità il secondo giorno? Niente da fare, anzi, se possibile, i giochi si fanno ancora più complicati. La seconda frazione, lunga 150 km, andrà infatti da San Francesco al Campo al Santuario di Oropa, 25 anni dopo una delle imprese più mitiche del grande Marco Pantani. Dopo aver attraversato il Canavese e il Biellese, cominceranno i sali-scendi con i GPM di Oasi Zegna e Nelva. La corsa, però, si deciderà salendo verso il Santuario, 11,8 km di salita al 6,2 % che, affrontati al secondo giorno di corsa, potrebbero subito dare uno scossone importante alla classifica generale.
Dopo due giornate così i velocisti cominceranno a reclamare il loro spazio, ma anche il terzo giorno non sarà proprio una passeggiata. Da Novara a Fossano per 165 km, non ci sono particolari difficoltà altimetriche, ma l’arrivo tende all’insù e per gli sprinter potrebbe non essere agevole riuscire a fare la volata. Il traguardo è lo stesso del GranPiemonte 2009, quando vinse Philippe Gilbert – che, appunto, non è proprio un velocista – con una delle sue celebri “sparate”.
Spesso sentiamo dire agli uomini di classifica che l’importante è essere pronti per la terza settimana, o che la condizione è in crescita e sarà al top in vista delle ultime frazioni alpine. Stavolta però questi discorsi non varranno, perché con queste tappe si rischia di perdere tutto già dopo la Grande Partenza.