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Interessante articolo di LoggioneSport.it

10 Gennaio 2016

Riportiamo un’interessante riflessione degli amici di ” LoggioneSport.it “.

  
Strano sport il ciclismo: più ci si avvicina a parlare delle gare in sé, meno interessanti diventano i racconti. Prendete “L’anticavallo” di Gianni Brera ad esempio. E’ una raccolta di suoi articoli dal tour del ’49 e al giro del ’76, la cronaca dunque è un fattore preponderante, siamo d’accordo. Ma le sue descrizioni maniacali dei luoghi, i racconti di vita, quelle sono cose che affascinano il lettore. Come quando Gianni Mura racconta in “Grandi amori” il Tour de France, i suoi racconti sui bistrot della campagna francese ti coinvolgono a tal punto da sentire l’anice del pastis e l’odore pungente del fumo delle sue Gauloises. 

Il resto, il resoconto delle gare, passa inevitabilmente in secondo piano perché c’è già: gli appassionati l’hanno vista con i loro occhi e sicuramente si saranno lasciati trasportare dall’empatia che provano verso questo o quel corridore, gli altri l’hanno già letta nei quotidiani del giorno dopo. Ogni evento è quasi identico all’altro. Cambiano i nomi, ma la sostanza no. 

Allora per quale motivo leggere ed apprezzare questo nostro ricordo di un campione? 

Perché quando si parla di una leggenda come Lance Armstrong inevitabilmente non si parla solo di un uomo e della sua bicicletta. Anche i luoghi mitici di questo sport, San Sebastian e Mont Ventoux ad esempio, prendono vita e si trasformano in quella che volgarmente si può chiamare rivincita ma che è destinata ad essere soltanto vita. 

Questo percorso abbiamo cercato di intraprendere quando ci siamo approcciati alla sua figura, per cercare di raccontarlo e suscitare emozioni anche a chi non ha avuto la fortuna di vederlo sui pedali o semplicemente l’ha visto, amato, ne è rimasto deluso e non lo dimenticherà mai. [Continuate a leggere cliccando qua!]

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