Domani alle ore 10,05partirà, dal centro di Bergen, il mondiale delle donne juniores. Lo scorso anno, nel deserto di Doha, vinse Elisa Balsamo, regalando all’Italia l’unico titolo iridato di quella edizione. Quest’anno la #NazionaleCiclismo ha già superato il bottino del 2016. Non per questo, però, la pressione sul “Dream Team” azzurro è minore: “Cè la giusta tensione – ricorda Dino Salvoldi a 24 ore dall’appuntamento – e il dovuto rispetto che merita ogni avversario. La squadra è buona; sappiamo che le aspettative sono molto alte… ma preferiamo restare con i piedi per terra.”
Dal punto di vista tecnico, la gara è prevista su quattro giri di un circuito cittadino, per un totale di 76,4 km. “Non è un percorso facile – ricorda ancora Salvoldi –. Per quanto ci riguarda abbiamo una tattica semplice: fare attenzione nei primi due giri e poi provare ad animare la corsa. Il nostro vero obiettivo sarà quello di essere comunque protagonisti.”. Il meteo non promette nulla di buono: pioggia lieve la mattina.
Per capire con quale spirito ci apprestiamo a questa prova basta scorrere l’elenco delle azzurre e i rispettivi palmares. Nicole D’Agostin, Martina Fidanza, Vittoria Guazzini, Letizia Paternoster ed Elena Pirrone insieme, in due anni di attività nella categoria, possono vantare qualcosa come 10 titoli mondiali e 13 titoli europei. Siamo certi che nessun altra Nazionale Juniores impegnata nel Mondiale di Bergen può mettere in campo qualcosa di simile. Ma questo non basta, da solo, per portare a casa un gara che sarà ancora più difficile perché tutti correranno per metterci in difficoltà.
Alle ore 13,15 sarà la volta degli Under23. Marino Amadori alla fine, domenica ha sciolto le riserve, convocando anche Vincenzo Albanese, pro della Bardiani: “La convocazione di Vincenzo era nell’aria da tempo – dice il CT -. E’ in buona condizione e sono convinto che può dare un valore aggiunto alla squadre, in particolare su un percorso di ben 191 km di lunghezza”. Proprio il chilometraggio è l’elemento tecnico di maggior rilevanza. Una distanza che potrebbe risultare molto selettiva, soprattutto se le condizioni climatiche dovessero essere proibitive, come appare dalle previsioni. Il circuito di 19,1 km da ripetere 10 volte presenta due salite: dopo 2chilometri dal via (di 500 metri) e a metà del circuito. Si tratta di uno strappo di 1 chilometro, con una pendenza media del 5%. “Lo scorso anno – ha detto Marino Amadori in occasione della presentazione delle Nazionali – la corsa degli U23 è stata l’unica che non si è conclusa in volata, ed eravamo al cospetto di un percorso totalmente piatto. Le sorprese in questa categoria sono sempre dietro l’angolo…”. Giudizio confermato anche dopo qualche giorno di prova sulle strade di Bergen: “Si tratta di un percorso tecnico, tortuoso, senza un attimo di respiro e aperto a varie soluzioni. Il chilometraggio e la pioggia, attesa per domani pomeriggio, renderanno tutto più incerto.”
Oltre ad Albanese gli azzurri possono contare su Edoardo Affini, apparso in forma in occasione della crono e vincitore, nel 2014, del titolo europeo juniores in linea. “Il tracciato si addice alle sue caratteristiche – afferma Amadori –, Edoardo ha l’esperienza e il fondo per fare bene...”
Occhio anche a Giovanni Carboni, fresco vincitore dell’Astico Brenta (una corsa di 185 chilometri), a Nicola Conci, di ritorno dal Giro della Daminarca e il prossimo anno in procinto di passare alla Trek, oltre al campione italiano Matteo Moschetti.
Per gli amanti delle statistiche ricordiamo che negli ultimi due anni siamo sempre saliti sul podio: nel 2015 con Simone Consonni, argento a Richmond, lo scorso anno con Jakub Mareczko, bronzo a Doha. L’attesa è finita, domani si comincia.
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