Si cambia, perché anche dopo 146 anni non si ha paura
di mostrarsi giovane. La Milano-Torino si sposta nel ca-
lendario e torna da fine stagione a marzo, alla prima-
vera. La classica più antica, prima edizione 25 maggio
1876 quando il Regno d’Italia era appena nato, lascia
ottobre e il Colle di Superga per diventare un ideale
trampolino verso la Milano-Sanremo. Una sgambata a
metà settimana per l’ultimo test prima della Classicis-
sima. E quindi anche il percorso di questa 103a edizione
è stato modificato a favore delle ruote veloci. Partenza
da Magenta e arrivo a Rivoli, alle porte di Torino, con
una breve incursione nel Canavese e a Cuorgné, la
casa piemontese del colombiano Egan Bernal, ultimo
re del Giro d’Italia.
Milano-Torino, un asse strategico per il nostro Paese.
Dal Duomo alla Mole Antonelliana, dalla Scala al Mu-
seo Egizio. Qui si è fatto il Dopoguerra e il boom eco-
nomico. E anche questa corsa ha segnato un’epoca.
Perché il suo primo vincitore era uno scienziato di fama
mondiale. Si presentarono in otto al via sui velocipedi
e il milanese Paolo Magretti, studente del liceo Parini,
naturalista ed esploratore, famoso per gli studi di zo-
ologia e sugli insetti, fu il primo dei quattro pionieri che
arrivarono a Torino, accolti da diecimila persone. Un-
dici ore per fare 150 km, media 13,3 km/h. Come dire:
in questa corsa si respira davvero l’aria della storia. E’
il valore delle nostre gare, che non sono semplici date
sui fogli del calendario ma ogni anno rivivono e servono
a ricordarci quanta strada hanno fatto il ciclismo e la
bicicletta per la crescita di una nazione.
Foto Emanuele Barra