Comincerà con un’inedita e controversa partenza in terra israeliana la centunesima edizione del Giro D’Italia, che per la tredicesima volta nella sua storia prenderà il via lontano dal Belpaese. Prime tre tappe prive di difficoltà altimetriche rilevanti, con una breve cronometro a Gerusalemme e due tappe riservate alle ruote veloci.
1° TAPPA – GERUSALEMME- GERUSALEMME – 9,7 km
Sarà proprio nella capitale israeliana che sarà assegnata la prima maglia rosa, dopo una cronometro di quasi dieci chilometri, su un percorso mosso, pieno di saliscendi e quasi completamente privo di tratti piani in grado di permettere ai cronomen puri di esprimere al massimo la potenza delle gambe.
La tappa, segnata con tre stelle di difficoltà, dovrà essere affrontata con molta attenzione, perché i continui saliscendi e cambi di direzione dati dal percorso snodato interamene nel centro cittadino possono fare brutti scherzi ai corridori, che rischiano di pagare a caro prezzo la più piccola disattenzione (l’esempio di Valverde al Tour dello scorso anno insegna).
2° TAPPA – HAIFA – TEL AVIV – 167 km
Spazio alle ruote veloci nella seconda tappa, che si concluderà nella prima città israeliana per grandezza e popolazione. Il percorso, quasi completamente pianeggiante e su strade larghe e ampie, dovrebbe garantire quasi certamente un arrivo in volata, dando quindi la prima opportunità alle ruote veloci di giocarsi la vittoria di tappa.
Frazione che servirà ad assegnare anche i primi punti della maglia azzurra, grazie ad un GPM di quarta categoria piazzato a 77 chilometri dal traguardo. Al di là di questa leggera salita però, nessun’altra difficoltà, per una tappa segnata con solo una stella di difficoltà.
3° TAPPA – BE’ER SHEVA – EILAT – 229 Km
Una stella di difficoltà anche per l’ultima tappa prima del giorno di riposo che permetterà al gruppo di fare rientro in Italia. Frazione in cui qualche lieve saliscendi nella parte iniziale e un Gran Premio della montagna di soli 1200 metri posto dopo 127 chilometri possono essere il trampolino di lancio per una fuga di ragazzi in cerca di visibilità, ma il finale quasi completamente piatto (e in alcuni tratti in leggera discesa) rende difficilmente evitabile la volata con il gruppo a ranghi compatti.
Dopodiché la carovana saluterà Israele e farà ritorno in Italia, con i corridori pronti ad entrare nel vivo di un’entusiasmante battaglia per coronare il sogno di portare il trofeo senza fine.
Raffaele Digirolamo