Le strade si vestono a festa, il ciclismo su strada è pronto per l’appuntamento più ricco e prestigioso della stagione: il Tour de France. La 110ª edizione decolla da Bilbao sabato 1° luglio e la startlist ha ormai preso forma. Tra i 176 corridori al via ce n’è uno più atteso di altri, che ha vinto questa corsa due volte e che nonostante un infortunio fastidioso non può non essere considerato quantomeno il co-favorito alla vigilia. È Tadej Pogacar, asso pigliatutto sloveno, capofila dell’intero movimento delle due ruote su strada. Il corridore della UAE Emirates ha fatto il punto sul suo stato di forma dopo la frattura dello scafoide patita alla Liegi, sul grande rivale Jonas Vingegaard e sulle sue aspettative per l’imminente Grande Boucle in un’intervista a Cyclingnews.
“Il polso migliora ogni giorno. Non ho ancora il 100% di mobilità, ma sulla bici mi sento bene. Non ho mai sentito alcun dolore mentre pedalavo, ma forse è perché non spingo mai direttamente sull’osso quando lo faccio, e non riesco a piegare molto il polso. Sembra solo un po’ bloccato, ma sono felice che non ci sia dolore. Quindi, ho potuto fare un buon allenamento in queste ultime settimane. Ero un po’ preoccupato la seconda settimana dopo l’infortunio, quando avevo l’ingessatura completa, perché non riuscivo nemmeno a salire sui rulli. Ma ho avuto un bell’aiuto da alcuni bravi fisioterapisti e mi hanno fatto un calco di plastica per essere più agile. Dopodiché, ero abbastanza sicuro di poter fare la giusta preparazione per luglio e ogni giorno ero più fiducioso di poter essere al 100% al Tour. Da quel momento in poi non ho più avuto dubbi”.
“Direi che ho iniziato l’allenamento vero e proprio qualche giorno dopo rispetto a quanto avrei fatto se non fossi stato infortunato e per le prime settimane ho compensato l’allenamento a bassa intensità con la corsa, l’escursionismo e persino il nuoto. Ho praticato molti sport diversi e ho trascorso molto tempo sui rulli. Il numero totale di ore era più o meno lo stesso di quando mi allenavo normalmente, e l’intensità era ancora più alta. Fino al ritiro in Sierra Nevada l’allenamento è stato un po’ diverso. Ma una volta arrivato in Sierra Nevada, il mio livello base era buono, quindi l’abbiamo solo completato con alcuni sforzi e un lavoro intenso. Forse questo approccio al Tour sarà anche migliore del solito, arrivando un po’ più fresco”.
“Ha dimostrato di poter vincere il Delfinato quasi con una gamba sola. È sembrato essere in grandissima forma. Quindi, ora tutti gli occhi sono puntati su di lui, sarà il “personaggio” principale del Tour. Al Delfinato ha cercato di dimostrare di essere dominante, di poter vincere facilmente, e penso che ora, al Tour, tutti guarderanno cosa farà lui. Io non corro dalle Ardenne, sono stato infortunato e altri corridori presenti al Delfinato, che sono tra i principali rivali al Tour, non sono riusciti a seguire Jonas. Quindi, tutti si aspetteranno che lui vinca facilmente. Per due anni ho difeso il titolo al Tour, e questo è un tipo di pressione diverso rispetto a quando attacchi. Quest’anno non ho niente da perdere. Sto tornando da un infortunio e qualunque cosa accada, accadrà. Penso di essere in buona forma, ma non sai mai cosa può succedere. Di sicuro, ho una mentalità completamente diversa rispetto allo scorso anno”.
Emanuele Barra