Una stagione difficile, quella di Matteo Trentin, atteso come uomo di punta della Mitchelton Scott per le classiche del Nord ed invece costretto ad un lungo stop a causa di una caduta nella Parigi Roubaix. Una stagione, però, che vira decisamente verso il bello grazie al Campionato Europeo strada Uomini Elite, ultimo atto di questi Europei che hanno regalato tante soddisfazioni al ciclismo azzurro.
Trentin Arrivo12agosto
Con una volata delle sue Matteo cancella con un colpo di spugna mesi di incertezza e regala il primo titolo a Davide Cassani come Commissario Tecnico dei professionisti. C’era andato vicino, Davide, molte volte, l’ultima delle quali proprio a Bergen e sempre grazie a Trentin (quarto), oltre all’argento di Elia Viviani all’Europeo dello scorso anno. Mai come questa volta la Nazionale del tecnico romagnolo ha meritato il successo. Ha corso sapientemente, senza farsi prendere dalla frenesia e controllando tutte le fasi di gara, a cominciare dai 160 chilometri iniziali sotto una pioggia che ha reso il campionato europeo più simile ad una classica del nord. Proprio questo clima ha regalato le prime sensazioni positive ai nostri, con gli Azzurri sempre nelle posizioni di testa, pronti ad entrare nelle fughe, anche le più lontane.
Un capitolo a parte, in questa narrazione, la merita Davide Cimolai. E’ stato l’uomo che ha messo la testa fuori nella prima fuga seria, quella a 60 chilometri dal traguardo. E si è poi ripetuto nell’azione decisiva venti chilometri dopo. In quel momento se ne vanno in dieci, i primi dell’ordine di arrivo. Ci sono, tra gli altri, due italiani (Cimolai e Trentin), due belgi e due olandesi. Il gruppo, ormai ridotto per la pioggia e le cadute, lascia fare.
“Quando ho visto Van der Poel e Van Aert – dirà Trentin subito dopo l’arrivo – ho detto a Davide Cimolai, ma questa è una gara di ciclocross, noi che cosa ci stiamo a fare qui…”. Una battuta, forse, ma anche una constatazione che rende bene l’idea della difficoltà ambientale nella quale i dieci si sono mossi per circa 40 chilometri. Ed infatti la selezione che si aspettava, arriva grazie ad una caduta, a una decina di chilometri dal traguardo. L’olandese Lammertink prende male una curva in discesa e scivola sulle transenne, portando con se lo svizzero Albasini, forse il più temibile in volata, il francese Perichon, il tedesco Denz e il belga Meurisse. Cimolai resta in piedi con un gioco di prestigio e si riporta subito sui superstiti. Davide Cassani ordina il forcing, che permette ai battistrada di rendere difficoltoso il rientro degli altri. Cimolai esegue e poi, non pago, prova anche l’azione solitaria, concordata con Trentin. Gli avversari sono ingabbiati. Van Aert recupera su Cimolai, ma nulla può nella volata. Matteo Trentin, perfettamente lanciato dal compagno di squadra, vola verso il Campionato Europeo, il primo per l’Italia del ciclismo professionistico.
FOTO by Federciclismo