Anna Van Der Breggen colpisce ancora. Fresca del trionfo al Giro Rosa, la trentenne olandese ha trionfato nella cronometro che ha aperto la settimana iridata a Imola. Due anni dopo il titolo mondiale in linea di Innsbruck, ecco arrivare anche l’oro nella prova contro il tempo, la corsa che sin qui le era sfuggita (4 volte d’argento nel 2015, 2017, 2018 e 2019), grazie a una prestazione impeccabile: 40’20” per coprire i 31,7 km previsti (Media 47,154 km/h).
Ecco le emozioni della campionessa olimpica di Rio 2016 (in linea) con indosso la tanto agognata maglia iridata, che va fare compagnia alla terza maglia rosa conquista soltanto pochi giorni fa: «Il 2020 per me è un anno speciale e, dopo quattro argenti, è incredibile vincere anche questa maglia. Non è stato difficile trovare motivazioni e quest’anno ho scoperto che ci sono tanti modi differenti per allenarsi e ho avuto la fortuna che in Olanda il lockdown non era così stringente come altrove. La cronometro quest’anno era il focus principale, anche perché guardavo al percorso olimpico di Tokyo e mi piace molto». Intanto, in attesa dell’ultimo oro mancante, s’è presa il mondo.
L’unica atleta che l’ha davvero impensierita è stata Chloe Dygert, uscita di strada in una curva verso destra mentre stava sfrecciando più veloce anche della Van der Breggen. Un volo che ha lasciato tutti col fiato sospeso: la statunitense è stata portata all’Ospedale Maggiore di Bologna in stato di coscienza, ma con una profonda ferita alla gamba sinistra.
Tornando alla cronaca sportiva, piazza d’onore per la svizzera Malen Reusser (a 15”) e terzo posto per l’olandese Ellen Van Dijk (a 31”). La migliore delle azzurre è stata Vittoria Bussi, decima a 1’46”, che ha commentato così a caldo: «Ricordiamoci che 12 mesi avevo preso 6 minuti, per cui essere tra le prime dieci al Mondiale vuol dire che la crescita c’è stata. È un decimo posto che sento col cuore. È stata dura col vento, ma in ammiraglia mi hanno guidato in maniera eccellente». Venticinquesima, invece, Vittoria Guazzini a 2’56”.
La Bussi ha dato anche qualche dritta per i colleghi uomini, che domani si cimenteranno sul medesimo percorso di 31,7 km: «Gestire le forze nella prima parte e non andare in paranoia se c’è vento contrario e sembra di andare più piano del previsto. Tenere un po’ di gambe per l’ultima parte può essere cruciale». La speranza azzurra è Filippo Ganna, già di bronzo lo scorso anno e galvanizzato dalla vittoria nella cronometro della recente Tirreno-Adriatico.
di Alberto Dolfin