E’ inutile dire che tutti ci aspettiamo un bis dell’impresa di Vincenzo Nibali dopo il successo e le emozioni che ha regalato a tutta Italia loscorso anno ma questo potrebbe avvenire in caso di attacchi sul Poggio. In caso di volata quali saranno gli italiani a potersi giocare le proprie carte?
In primo luogo va, ovviamente, messo colui che indossa la maglia tricolore e rappresenta con orgoglio il nostro paese: Elia Viviani (Di cui abbiamo parlato qui con un campione che questa gara l’ha vinta che da un consiglio al campione italiano).
Non possiamo, in caso di arrivo allo sprint nella città dei fiori, non parlare di Matteo Trentin, è lui stesso nell’ultimo numero di BiciSport a parlare della “sua” Sanremo “Le mie possibilità di vincere la Sanremo aumenteranno se verrà fuori una gara tirata, una corsa selettiva e difficile. Spero che anche altre squadre collaborino affinché esca una gara tosta. Mi auguro insomma non solo che non si vada piano ma, al contrario…”
Il campione europeo ha proprio le idee chiare sul cosa fare e sul come muoversi:”Fin dalla Cipressa dobbiamo scatenare bagarre mantenendo dei ritmi folli così facendo gli sprinter “Pesanti” – quelli puri insomma – dovrebbero staccarsi e potrei avere qualche possibilità in più di vincere”.
L’altro azzurro da tenere d’occhio in caso di arrivo allo sprint è sicuramente Sonny Colbrelli:“Sono due anni che il gruppo non ce la fa. L’anno scorso non stavo bene e Nibali fece un grande numero. L’anno prima c’era stato il capolavoro di Sagan. Peter è un esempio, non si pone mai limiti e correrci contro è uno stimolo per me. Arrivare in volata dopo sette ore di corsa non è una certezza per nessuno. Non è comunque facile arrivare allo sprint, da quando l’ultimo gregario si sposta il ritmo cala e iniziano gli attacchi, proprio perché arrivare in volata non è garanzia di vittoria e bisogna dunque inventarsi qualcosa. Proprio per questo è molto importante avere dei buoni gregari al fianco nell’ascesa al poggio, qualcuno che sia in grado di stoppare eventuali attacchi mantenendo il ritmo costante, sarebbe ovviamente fondamentale avere compagni di squadra anche nel finale ma, si sa, alla fine bisogna cavarsela da soli”.
Emanuele Barra
Foto Sirotti per Ciclismo Oggi