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Viviani sul futuro (suo e del ciclismo azzurro)

Viviani sul futuro (suo e del ciclismo azzurro)

4 Novembre 2023

Giovanni Visconti si è ritirato nel marzo del 2022 a causa di problemi fisici che lo frenavano da molti mesi ma il ciclismo continua ad essere al centro della sua vita, infatti dallo scorso anno collabora come voce tecnica della RAI. Nato a Torino il 13 gennaio del 1983, Visconti è cresciuto a Palermo e poi – come il suo amico e rivale Vincenzo Nibali – ha scelto la Toscana da ragazzo per diventare corridore e sul San Baronto ha messo casa e famiglia.

Come ti vedi nel nuovo ruolo di commentatore tecnico?

“A me piace, se ci sarà la possibilità mi piacerebbe esserci anche il prossimo anno”.

La Sicilia ha avuto ottimi corridori come te e Nibali, perché da qualche anno invece fatica a produrre nuovi talenti?

“In effetti ci siamo un po’ fermati e la questione è che ai tempi miei, di Vincenzo e Damiano (Caruso, ndr) i social non erano così evoluti e purtroppo oggi i giovani hanno sempre meno voglia di fare fatica e sacrifici e in una terra come la Sicilia devi fare il triplo della fatica e quindi lo vedi come un traguardo impossibile da raggiungere. La Sicilia stessa poi non sfrutta i suoi vecchi talenti per rilanciare il ciclismo”.

La sensazione è che fare ciclismo al Sud sia sempre più difficile ed i numeri stiano diminuendo: come si potrebbe porre rimedio?

“Un rimedio veloce non c’è, ma bisognerebbe cominciare a fare qualcosa, cominciando a sfruttare o almeno sentire le vecchie risorse, quindi andare nelle scuole, motivare i ragazzi, fare vedere il bello del ciclismo. Mancano anche i soldi e quindi è difficile organizzare le gare”.

Qual è l’errore che molti dei nostri giovani compiono nel passaggio tra i professionisti?

“L’errore non è tanto dalla loro parte, ma di chi li ha avuti da giovani e quindi da chi sono stati gestiti e poi dalle famiglie. Questo farli sentire subito al top come dei professionisti senza pensare al futuro è un grave errore perché un ragazzino si sente già arrivato e quando poi compie il salto tra i professionisti non ha più margine di miglioramento”.

IB

Intervista completa qui

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